Il 12 giugno si voterà per le amministrative e per i cinque referendum sulla giustizia promossi lo scorso febbraio.
Le prossime elezioni amministrative si terranno lo stesso giorno della votazione per i cinque referendum sulla giustizia promossi da Lega e Radicali. I quesiti sono stati approvati lo scorso febbraio dalla Corte Costituzionale.
Le votazioni si terranno il 12 giugno per il primo turno e il secondo turno si svolgerà il 26 giugno dalle 7 alle 23. La scelta di unire nello stesso giorno le elezioni amministrative e i referendum abrogativi fa risparmiare allo stato circa 200 milioni di euro. Ci sono quindi due motivazioni dietro l’election day: una è economica e l’altra politica. Accorpare le elezioni amministrative con i referendum significa cercare di sfruttare l’effetto traino, ovvero si va a votare per un motivo e si vota anche per un altro. Il motivo è superare il quorum.
Questa scelta di fare un’unica tornata elettorale ha lasciato scontento il partito Radicale. La Lega invece aveva dall’inizio sostenuto l’idea di un election day sostenendo la tesi del risparmio. Per i Radicali invece è più probabile che le persone boicottino i referendum. Le elezioni amministrative potevano aspettare ad ottobre per il partito.
Ecco cosa e dove si voterà
I quesiti sulla giustizia erano stati esaminati dalla Consulta insieme alla proposta di depenalizzare la cannabis e quello sull’eutanasia legale. Entrambi sono stati bocciati. Ora si andrà al voto per quelli ritenuti ammissibili dalla Corte.
I referendum sulla giustizia riguardano: l’abolizione della legge Severino che vieta di ricoprire cariche pubbliche dopo una condanna; l’abolizione della raccolta firma per la candidatura al Consiglio Superiore di Magistratura; la riduzione delle misure cautelari; separazione di carriere tra magistrato e giudice; permettere anche a non avvocati di giudicare l’operato dei magistrati. Fu dichiarato non ammissibile il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati.
Per quanto riguarda le amministrative, si voterà in ben 970 comuni, quattro capoluoghi di regione: Catanzaro, Genova, L’Aquila e Palermo. E 22 capoluoghi di provincia (Alessandria, Asti, Barletta, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lodi, Lucca, Messina, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto, Verona e Viterbo).